Nicolò Cobolli Gigli

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Nicolò Cobolli Gigli
NascitaTorino, 30 ottobre 1918
MorteCielo d'Albania, 4 marzo 1941
Cause della morteUcciso in combattimento
Luogo di sepolturaCimitero del Verano
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
SpecialitàCaccia
Unità354ª Squadriglia
24º Gruppo Autonomo Caccia Terrestre (XXIV Gruppo)
Anni di servizio19?? - 1941
GradoSottotenente pilota
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
Decorazionivedi qui
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Nicolò Cobolli Gigli (Torino, 30 ottobre 1918Cielo d'Albania, 4 marzo 1941) è stato un ufficiale e aviatore italiano. Pilota di caccia della Regia Aeronautica durante la seconda guerra mondiale, venne abbattuto nel marzo 1941 dalla caccia britannica e decorato con la medaglia d'oro al valore militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nicolò Cobolli Gigli nasce a Torino il 30 ottobre 1918.[1] Arruolatosi nella Regia Aeronautica, all'inizio degli anni quaranta è aggregato alla 354ª Squadriglia, 21º Gruppo[2] del 52º Stormo Caccia Terrestre.[2]

Il 24 ottobre 1940, in vista delle operazioni sul fronte greco-albanese nell'ambito della campagna italiana di Grecia, la 354ª Squadriglia viene aggregata al 24º Gruppo che diviene autonomo.[3] Il reparto è equipaggiato con i biplani Fiat C.R.42 Falco ed i monoplani Fiat G.50 Freccia.[4]

Il 4 marzo 1941 il 24º Gruppo[4] viene inviato a fornire copertura aerea da una flottiglia della Regia Marina[1] impegnata, dall'inizio del mese, in una missione di bombardamento navale contro postazioni nemiche dislocate sulla costa dell'Albania e formata dal cacciatorpediniere Augusto Riboty, dalla torpediniera Andromeda e da tre barche d'assalto MAS[5][6].

Avvisata del pericolo venne dato l'allarme e l'ordine di decollo immediato alle unità della britannica Royal Air Force dislocate in zona. La forza d'attacco era costituita da 15 bombardieri leggeri Bristol Blenheim, nove provenienti dal No. 211 Squadron e cinque dal No. 84 Squadron RAF, scortati da dieci caccia monoplani Hawker Hurricane, quattro del No. 80 Squadron RAF e sei del No. 33 Squadron RAF, e diciassette caccia biplani Gloster Gladiator, questi ultimi quattordici dal No. 112 e tre dal No. 80 Squadron RAF. La formazione britannica intercettò la forza navale italiana 10 miglia a sud di Valona e quando i Blenheim iniziarono a bombardare le unità navali, peraltro senza successo, la caccia italiana iniziò il combattimento aereo.[6]

Negli scontri che susseguirono il suo caccia C.R.42[1] viene colpito ed abbattuto,[7] ed egli perde la vita nell'episodio.[1]

La sua salma riposa presso il Sacrario dell'Aeronautica Militare presso il cimitero del Verano, Roma.[8]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pura espressione della gioventù del Littorio, chiedeva ed otteneva, giovanissimo ancora, di essere assegnato ad un reparto di aviazione da caccia. Pilota di eccezionale valore, gregario sicuro e fedele, combattente tenace ed aggressivo, in più scontri aerei, contribuiva ad infliggere al nemico la perdita di numerosi velivoli. Durante un combattimento contro preponderanti forze nemiche, dopo avere strenuamente ed eroicamente sostenuta la lotta asperrima, si slanciava in soccorso di un gregario che, tagliato fuori dalla formazione, stava per essere sopraffatto. Una raffica nemica, colpendolo in pieno, stroncava con la sua fiorente giovinezza, l'ultimo suo gesto generoso degno della nobiltà d'animo e dell'ardimento che aveva caratterizzato la sua vita. Cielo di Albania, novembre 1940 - 4 marzo 1941.[9]»
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica 1969, p. 154.
  2. ^ a b Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica 1969, p. 171.
  3. ^ Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica 1969, p. 172.
  4. ^ a b Dunning 1988, p. 32.
  5. ^ Trentoincina.
  6. ^ a b (EN) Håkan Gustavsson, Flying Officer Douglas Gordon Haig McDonald, RAF No. 76160, su Håkans aviation page, http://surfcity.kund.dalnet.se/index.html, 21 novembre 2011. URL consultato il 28 agosto 2014.
  7. ^ Pagliano 1954, p. 274.
  8. ^ Il Sacrario dell'Aeronautica Militare, p. 14.
  9. ^ Nicolò Cobolli Gigli, su Il sito ufficiale del Presidente della Repubblica, http://www.quirinale.it/. URL consultato il 28 agosto 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Giorgio Apostolo, Giovanni Massimello, Italian Aces of World War 2, Botley, Osprey Publishing Company, 2000, ISBN 1-84176-078-1.
  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italian Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • Chris Dunning, Solo coraggio! La storia completa della Regia Aeronautica dal 1940 al 1943, Parma, Delta Editrice, 2000.
  • I reparti dell'Aeronautica Militare Italiana. Cenni Storici, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1969.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]